Come funziona la rotazione al pianoforte
Il movimento più efficiente dal punto di vista spaziale negli spostamenti al pianoforte è formare una linea retta dal punto di partenza al punto di arrivo, con una traslazione.
Ma dal punto di vista tecnico c’è un movimento che è molto più efficace, sia in grandi salti, sia in passaggi in cui la mano è raccolta.
Un esempio che sembra banale, ma non lo è, si può trovare in una normalissima scala.
In questo caso, il braccio e la mano non traslano semplicemente da sinistra a destra. Se volessimo spostarli lungo una linea retta, dovremmo piegare il pollice sotto alla mano, movimento inefficace, che crea tensioni e che non regge la velocità. Per agevolare il passaggio del pollice, è necessario applicare una rotazione che, anche se minimamente percettibile, fa la differenza.
La rotazione al pianoforte ha un meraviglioso effetto collaterale: un polso che fa micro-movimenti finché si suona, è un polso che non è rigido. La rotazione aiuta a smuovere le rigidezze e mantenere polso e braccio liberi.
Nei salti più ampi, la rotazione diventa imprescindibile. Prendiamo come esempio uno dei tanti pezzi ostici di Liszt, lo studio sul capriccio di Paganini “La Campanella”.
Ad un certo punto abbiamo un passaggio con salti molto veloci su tre RE# di tre diverse ottave, che si ripetono per diverse battute. La traslazione in questo caso non solo non ci permetterebbe mai di suonare il passaggio ad una velocità elevata, cosa richiesta dall’esecuzione, ma probabilmente ci causerebbe addirittura tensioni e magari fastidi.
Il problema grosso di questo passaggio nello specifico è la ripetizione sommata ai frequenti cambi di direzione. Il movimento solo laterale nei cambi di direzione non dà mai agilità né velocità.
Il movimento rotatorio, invece rigenera sempre se stesso e risulta naturale per la nostra conformazione.
Prova questo esercizio esemplificativo nell’aria. Ruota velocemente la tua mano, poi allarga sempre di più il movimento di rotazione fino a raggiungere due punti immaginari ad una certa distanza. Vedi che con la rotazione li puoi raggiungere velocemente, senza affaticarti.
Questo perché il movimento di rotazione blocca quello di traslazione laterale. Stanno lavorando i muscoli della mano, che sono piccoli e molto veloci e i muscoli dell’avambraccio che sono più grandi, quindi hanno buona resistenza e sono sufficientemente veloci. Il tricipite, invece è rilassato.
In più, guarda nel video che distanza ottengo tra 5-3 senza rotazione e con la rotazione.
Vedi chiaramente che con la rotazione le distanze si riducono di molto e posso avere più controllo sui salti. Inoltre, la mano rimane sempre in asse, diverso sarebbe se volessi usare la traslazione. La mano uscirebbe dall’asse, per poi dover ritornare in fretta nella posizione corretta, cosa che in velocità non funziona.
In questo passaggio, la rotazione permette di dare un buono slancio anche al pollice.
Quando studi un passaggio complesso che richiede una buona padronanza del movimento di rotazione al pianoforte, ti consiglio di studiarlo sotto tempo, esagerando la rotazione, per prendere coscienza del movimento e ridurre l’arco della rotazione mano a mano che aumenti la velocità.