La forma musicale “Notturno” al pianoforte – Teoria & Esempi

 Oggi ti parlo del Notturno come forma musicale nella musica pianistica. 

Le origini del Notturno

A differenza di molte altre forme di cui abbiamo parlato nei video precedenti, il notturno non ha origini molto antiche: nel 1700 venivano chiamate così composizioni dedicate a piccoli ensemble di strumenti da eseguirsi durante feste o occasioni serali, cosa da cui evidentemente deriva anche il nome. 

In epoca classica sia Haydn che Mozart hanno scritto notturni per ensemble da camera o orchestrali, fra cui per esempio il famosissimo “Eine kleine Nachtmusik”, in cui Nachtmusik sta proprio per “musica notturna”.

Il Notturno al pianoforte

Quando pensiamo al notturno nella musica pianistica, sono sicura che a tutti, il primo nome che viene in mente è Chopin. Giustamente, perché è stato lui a portare questa composizione al culmine delle sue potenzialità, ma non è stato l’unico e nemmeno il primo.

Infatti, prima di lui, un certo John Field, compositore irlandese allievo di Clementi e che aveva pure la simpatia di Haydn, aveva già scritto un’intera opera di una ventina di notturni in stile romantico.
Chopin li conosceva, li apprezzava e li consigliava anche agli studenti come materiale di studio. Field scrive i suoi notturni fra il 1812 e il 1836 e Chopin completa la sua prima opera nel 1831, l’op.9, composta da due notturni. 

Chopin: il vertice del notturno romantico

Nel totale Chopin ne scrisse 21, raccolti in sette opere diverse, di cui tre sono stati pubblicati postumi, trovati dopo la morte del compositore, mai resi pubblici prima probabilmente perché non ritenuti all’altezza degli altri secondo lo stesso Chopin.

Tutte queste composizioni sono caratterizzate da uno spiccato lirismo delle melodie, accompagnate spesso da arpeggi che si sviluppano su una larga fetta della tastiera.

Il carattere è melodico e sognante, ispirato alla notte nel concetto di intimità, spiritualità addirittura a volte, ma anche passionalità, piuttosto che al momento in cui venivano eseguiti i pezzi, come nel periodo Classico; in questo, Chopin, come abbiamo già visto tante volte, è sempre rivoluzionario.

La struttura e alcuni esempi

Non troviamo una struttura ben definita nei vari notturni, ma spesso ci possiamo imbattere in una struttura tripartita ABA, in cui la parte centrale è impetuosa e travolgente, in contrasto con le altre sezioni decisamente più cantabili. 

Un esempio è il Notturno in FA Maggiore op. 15 no.1.
Nella parte A, ascoltiamo un tema pulito, senza ornamentazione e anche piuttosto sobrio, con accompagnamento in terzine con note ribattute.
Sentiamo cosa succede invece nella sezione B, improvvisamente forte e con l’indicazione Con fuoco

Una struttura diversa invece si trova nel famosissimo Notturno op. 9 no.2, uno dei più amati di sempre, anche dalla critica e dallo stesso Chopin.
Qui non ci sono sezioni contrastanti, ma troviamo la ripetizione variata di una sola parte A.
Citazione chiara di alcuni notturni di Field, vi è un grande slancio emotivo già nel salto di sesta che apre il pezzo, che poi diventa un salto d’ottava e poi di decima, ampliando sempre di più l’intensificarsi della frase. 

Il Notturno di Fauré

Chopin fu poi d’ispirazione per la musica di un altro compositore francese, Fauré, che ha scritto parecchi notturni, sempre con lo stesso concetto di Chopin: non pezzi necessariamente ispirati alla notte, ma piuttosto musica lirica, elegiaca, intima

Anche nella struttura vediamo un rimando alla tripartizione ABA con la parte centrale dal carattere contrastante.

Il Notturno di Satie

Altro compositore francese, ma in questo caso tutt’altro stile e tutt’altra epoca.
Con i notturni di Satie siamo appena dopo la I Guerra Mondiale e non troviamo citazioni a Chopin o Field.
All’ascolto questa musica risulta semplice e lineare, quasi “ferma”, senza alcun coinvolgimento emotivo, molto lontana quindi dall’idea romantica del notturno.
L’uso dei modi antichi e non solo della tonalità, rende questi notturni arcaici alle nostre orecchie, e le sensazioni che almeno a me portano sono di una calma quasi funerea, ma comunque distesa e impassibile.
In realtà, la fluidità degli accompagnamenti in terzine richiama i lavori di Chopin e anche il fatto che ci siano sezioni centrali separate all’interno dei notturni, non tanto in contrasto con il resto, ma comunque solitamente ad un tempo più lento.

 

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