La Tensione Nel Polso

C’è un aspetto fondamentale da considerare quando si suonano gli arpeggi, soprattutto quelli più larghi e scomodi da suonare.

C’è un vizio molto diffuso tra i principianti ma anche pianisti più esperti nell’impostazione della mano.

Si tratta del mantenimento della posizione dell’arpeggio da suonare.

Prendiamo per esempio un accordo molto largo, un DOmaj7+9 da suonare arpeggiato su più ottave con diteggiature 1-2-3-5.

Tra il terzo e quinto dito c’è molta distanza e questo porta i pianisti meno esperti a domandarsi come è possibile arrivarci. Altri invece pensano “ho la mano piccola” quindi è impossibile suonarlo.

Questo perchè anche se la musica è scritta “linearmente” gli arpeggi vengono interpretati come se fossero accordi dove le note vanno suonate insieme.

Questo porta i pianisti ad allargare la mano senza suonare nessun tasto facendo un movimento totalmente innaturale e scomodo.

Nel video mostro che cosa intendo in modo più preciso. La mano deve sempre essere rilassata quando suoniamo il piano, quando non è in posizione naturale stiamo facendo uno sforzo che crea una certa tensione.

In particolare quando allarghiamo le dita la tensione si accumula nel polso.

Come dimostrazione prova a tenere la mano rilassata e alzare e abbassare la mano: questo movimento risulta facile.
Prova ora ad allargarla tantissimo e fare lo stesso movimento. Ti accorgi di quanto sforzo in più serve per muovere la mano?

 

Per suonare un arpeggio molto largo quindi bisogna sempre partire con la mano in totale rilassamento e il primo dito pronto all’azione. Le dita successive si attiveranno solamente quando sarà il loro turno e nello stesso tempo bisognerà provare a rilassare tutte le altre.

 

Ecco un esercizio che puoi fare per allenarti in questo senso. 

  1. Suona la prima nota e tienila premuta, concentrati poi sulle altre e tienile rilassate.
  2. Suona la seconda e appena attivato il secondo dito rilassa il primo e concentrati successivamente su tutte le altre.
  3. Fai la stessa cosa per le dita restanti.

Questo metodo di studio vale sia per gli arpeggi che per qualsiasi passaggio “largo” all’interno di un pezzo.

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