La progressione II-V-I, chiamata in gergo musicale, progressione 2-5-1 è una sequenza di accordi onnipresente in qualsiasi genere musicale che è diventata poi una pietra miliare dell’armonia jazz.
Se quindi stai seguendo questo corso perché suoni jazz o vuoi semplicemente saperne di più sull’armonia questa lezione è un punto focale.
Su questa progressione armonica si può parlare per ore senza ripetersi, ci sono tantissime variazioni, utilizzi ed elementi teorici fondamentali per un musicista professionista ma ci limitiamo a partire dalle basi e capirla armonicamente per poter proseguire con il corso di armonia nel modo più fluido possibile.
È una sequenza di 3 accordi tra i 7 presenti all’interno di ogni tonalità (maggiore o minore). Comincia con l’accordo costruito sul secondo grado (II-7 per le tonalità maggiori e II-7b5 per le tonalità minori) che viene seguito dal quinto grado (accordo di settima di dominante) che va a risolversi sul primo grado che può essere di settima maggiore o minore-settima maggiore.
II V I Maggiori | II V I Minori | II-7 V7 IMaj7 | II-7b5 V7 I-Maj7 |
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È importante imparare e ricordare in ogni tonalità maggiore e minore le progressione II-V-I perché sono punti chiave all’interno di ogni brano della musica occidentale. Troverai all’interno di qualsiasi brano tonale queste sequenze: II-V, V-I, II-V-I.
Questa sequenza è molto importante, forse la cadenza più utilizzata in assoluto. Cadenza deriva da “cadere”, esprime perfettamente la sensazione che abbiamo quando passiamo da un accordo con una tensione maggiore a uno con una tensione minore, quindi un accordo risolutivo.
Nelle prime lezioni del corso abbiamo visto quanto sia fondamentale il “viaggio” che parte dalla tonica, passa per sottodominante per raggiungere il culmine di tensione con la dominante e cadere, appunto, di nuovo sulla tonica.
Abbiamo visto inoltre le famiglie degli accordi diatonici (diatonici: che fanno parte di una tonalità e sono costruiti sulla scala della tonalità).
Il secondo grado infatti è un accordo che fa parte della famiglia della sottodominante.
Si può dire che il II-V-I sia il fratello più figo del IV-V-I e i motivi sono due:
Questa cadenza quindi, viste le sue caratteristiche, crea una propulsione in avanti non indifferente e può avere diverse funzioni:
Se durante un’analisi armonica quindi trovi una progressione II-V-I (completa o incompleta) probabilmente è avvenuta una modulazione, un cambio di tonalità.
Inutile citare quali standard jazz presentano la progressione II-V-I, praticamente tutti o quasi.
Vediamone quindi uno qualsiasi e evidenziamo le progressioni II-V-I.
Facciamo una analisi veloce di Bye Bye Blackbird
Bye Bye Blackbird – Analisi e ricerca delle progressioni II V I
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Vediamo ora invece qualche esempio nella musica pop:
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Se ti interessa solo la teoria ora dovresti aver capito cos’è un 2-5-1 e come individuarlo ma ti consiglio di memorizzare la sequenza di accordi in ogni tonalità per essere più immediato. Puoi scaricare una tabella con tutte le sigle degli accordi della cadenza secondo quinto primo in tutte le tonalità.
Tabelle II V IClicca qui se non riesci a visualizzare il pdf
Una cosa davvero importante da ricordare è che il jazz tende ad essere suonato e scritto in tonalità bemolle a causa dell’influenza dei fiati.
Ogni strumento ha le sue caratteristiche e a causa del modo in cui le trombe e i sassofoni sono progettati, di solito è più facile per loro suonare e pensare in tonalità bemolle, sono strumenti traspositori in tonalità bemolle (sax in Bb o Eb, tromba in Bb ecc).
Ecco perché la maggior parte delle volte vedrai un accordo Bbmaj7 in contrapposizione a un accordo A#maj7 o un accordo Eb-7 al contrario di un D#-7. Non è impossibile però trovare in brani di altri generi musicali II-V-I in tonalità diesis quindi cerca di memorizzarle comunque.
Come abbiamo visto le differenze principali tra un 2 5 1 maggiore e minore sono il secondo grado e il primo grado. Nelle tonalità minori:
Potresti incontrare però un II-V-I particolare come ad esempio: D-7b5 G7 Cmaj7
Come vedi comincia come un 2 5 1 minore ma risolve su un primo grado maggiore. Qui è avvenuto un interscambio modale, è stato preso in prestito un accordo della stessa tonalità ma dalla tonalità maggiore.
L’effetto che si ottiene è una progressione che comincia in tonalità minore, con una sonorità e aspettativa di risoluzione verso il primo grado maggiore. Questo però non avviene e la risoluzione è verso una sonorità inaspettata.
Quindi non stupirti se troverai questa progressione e cerca di riconoscerla al volo negli standard.
Come ho accennato all’inizio della lezione non approfondiamo la parte pratica ora ma voglio comunque darti qualche dritta e consiglio.
Il primo passo è di impararli nel modo più semplice e suonarli con entrambe le mani partendo dalla posizione fondamentale del primo accordo (il II grado) e suonando il V e il I collegando le voci con i giusti rivolti, cioè con la tecnica del voice leading.
Successivamente impara a suonarli con gli shell-voicing, ovvero le note guida terza e settima. Puoi suonare gli shell voicing con la mano destra e le fondamentali al basso con la mano sinistra.
Un altro passaggio fondamentale per un jazzista è di imparare la progressione utilizzando i left-hand voicing.
Per ognuno di questi argomenti trovi tonnellate di materiale nei corsi dedicati, in particolare nel corso Piano Jazz Online, il corso sugli Shell Voicing e i Left-hand Voicing dove trovi schemi, spartiti e una grandissima varietà di esercizi e metodi per suonare anche i 2 5 1.
Grazie per avermi seguito con questa lezione. Nella prossima inizieremo a vedere le applicazioni della sequenza II-V per arricchire l’armonia dei pezzi.
Video corso di 3 ore e mezza con metodo di studio, teoria, esercizi e il manuale sui left-hand voicing in pdf compreso nel prezzo.
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