Imagine (John Lennon) – Accompagnamento e arrangiamento al pianoforte

Ascolta il brano originale

In questo primo episodio voglio scovare tutto ciò che possiamo imparare e apprezzare dell’accompagnamento al pianoforte del brano più famoso di John Lennon, Imagine!

Tecniche-di-accompagnamento-iconiche-al-pianoforte-#1-imagine-john-lennon

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Ecco la partitura dell’introduzione di questo pezzo fantastico. Credo sia il primo o secondo pezzo che ho imparato spontaneamente ad orecchio da bambino ma prima d’ora non mi sono mai concentrato per razionalizzare le cose che si possono imparare con questo ritmo.

Tecnica #1 - Accordi spezzati

La prima tecnica di cui voglio parlarti è il motivo per cui basta ascoltare il primo quarto per indovinare di che pezzo si tratta.

Parlo della tecnica degli accordi spezzati.

 

Il termine parla chiaro, prendi un accordo e spezzalo in 2 o più parti alternandole tra loro. Questo ci permette di creare un movimento ritmico durante il nostro accompagnamento e un’alternanza melodica tra una o più note dello stesso accordo e gli accordi diversi che si susseguono.

Tecnica #2 - Voice leading

Abbiamo parlato del voice leading in questa lezione. Gli accordi del pezzo sono tutti collegati in modo fluido e anche se stiamo vedendo solo l’introduzione la regola resta quella: spostare il numero minore di voci possibili.

Questo lo puoi vedere già nell’intro, la nota che si alterna al bicordo è sempre Do, che resta dov’è mentre le altre voci si spostano. Si crea così questa voce in levare costante, un continuo Do che si ripete come un mantra.

Tecnica #3 - Melodia conclusiva

Il terzo elemento caratteristico è quella melodia cromatica che troviamo per tutta l’introduzione e la strofa ogni due battute.

Oltre ad essere una particolarità unica del pezzo che lo rende memorabile, è un’idea perfetta per creare e modificare i nostri accompagnamenti o arrangiamenti.

Creare delle melodie, quando c’è spazio, e interrompere la ripetizione ossessiva degli accordi, crea interesse e dona qualcosa di particolare al pezzo.

Naturalmente questa idea viene abbandonata nel ritornello per evitare di annoiare. Ma tre note, messe nel punto giusto, possono caratterizzare così tanto un brano che se qualcuno le inserisce tali è quali in un altro pezzo diventa un plagio vero e proprio o, nel migliore dei casi, una citazione della tua opera.

Gli esperimenti dello scienziato del pianoforte

Ora voglio mostrarti come puoi con un po’ di ragionamento prendere queste tecniche, approfondirle, farle tue e giocare col piano finché non trovi qualche idea fino ad ora inesplorata da applicare nelle tue composizioni o arrangiamenti.


  1. Esplora diverse opzioni di accordi spezzati (esempi pratici nel video)

  2. Cambia la voce ripetitiva (il Do) per creare una melodia

  3. Parti da voicing o rivolti diversi per creare voice leading alternativi

  4. Inventa nuove frasi melodiche

  5. Prova tutte le tecniche viste su un pezzo completamente diverso (Albachiara di Vasco nel video) 

Per riuscire ad utilizzare al meglio queste tecniche è importante riconoscerle nei brani che ascoltiamo e provare a capire quali sono le principali differenze.

Anche piccoli e semplici elementi come quelli usati da John Lennon possono rendere un brano unico e decisamente impossibile da copiare senza cadere nel plagio. 

Un bravo pianista moderno riesce ad applicare queste semplici tecniche al volo, senza necessità di scrivere su spartito nota per nota e poi imparare l’arrangiamento a memoria.

È necessaria una conoscenza approfondita e solida degli accordi, le scale e le basi di armonia. Per raggiungere il livello di libertà di cui ti parlo puoi seguire i miei corsi dedicati che trovi nel link in descrizione.

La cosa che però non può mancare è la sperimentazione, prova sempre tutte le tecniche su altri brani, di altri autori di qualsiasi genere musicale. 

Solo slegando una tecnica dal contesto riesci a sfruttarne il vero potenziale.

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