Il materiale dell’improvvisazione

Prima di elencarti gli elementi che compongono l’improvvisazione voglio ripeterti in cosa consiste improvvisare.

Ti ho già detto che l’improvvisazione è composizione estemporanea. Questo vuol dire che nulla è lasciato al caso e chi pensa che improvvisare voglia dire suonare note a caso ma “giuste”, cioè che suonano bene, si sbaglia.

Pensa che anche una nota sbagliata se suonata con la giusta intenzione e nel momento perfetto diventa giusta.

La sfida di ogni musicista jazz è quella di imparare a improvvisare nel miglior modo possibile cercando sempre nuove idee e spunti per arricchire i propri assoli.

Se ascolti attentamente gli assoli nei brani che hai scelto come riferimento ti accorgi di quanto ogni musicista sia diverso. Nel jazz non solo un pianoforte suona diversamente da un sassofono ma anche tra due sassofonisti si notano enormi differenze nello stile improvvisativo.

Ognuno cerca di parlare utilizzando come intermediario il proprio strumento che diventa un vero e proprio mezzo per comunicare.

Capita spesso a chi si approccia al jazz per la prima volta e ha già abbastanza competenze tecniche, di lasciarsi trasportare dal concetto “suona giusto” e dimentica tutto il lato ragionato e comunicativo dell’improvvisazione.

Devi capire che improvvisare vuol dire suonare rispettando delle regole che però non restano immutate durante tutta l’esecuzione. Non esiste improvvisazione libera intesa come suoniamo tutto quello che ci sta.

Ora però non voglio entrare nella filosofia dell’improvvisazione perché rischierei di dilungarmi troppo e andare fuori tema. Ti ho fatto questa introduzione per farti capire che l’improvvisazione è ragionata e risponde a determinate regole.

Rispettando queste regole, l’improvvisazione resta comunque ispirata ma somiglia di più a un discorso, ad una poesia recitata e inventata sul momento, a un litigio, a una chiacchierata tra amici o un momento romantico tra due innamorati piuttosto che ad un alieno logorroico che non ci fa capire niente.

Il tuo obiettivo è quindi quello di costruire il tuo linguaggio partendo da elementi molto semplici. Combinando insieme più elementi semplici si creano elementi un po’ più complessi che messi insieme a loro volta danno alla luce improvvisazioni stratosferiche che puoi ascoltare nei dischi di John Coltrane, Charlie Parker, Bud Powell ecc.

Ti dico una cosa, forse non lo sai ma se hai svolto tutti gli esercizi che ti ho dato fino ad ora hai già un ottima padronanza dei due elementi principali dell’improvvisazione:

  • La melodia del tema.
  • Note degli accordi (arpeggi).

Con soli questi due elementi hai già infinite possibilità e soluzioni per la tua improvvisazione. Quello che manca però è capire come metterli insieme e la tecnica necessaria per suonare il tutto.

Per imparare a improvvisare ci sono degli elementi fondamentali che non possono mancare:

  1. Ascolto: devi ascoltare e cantare tantissime improvvisazioni di tantissimi musicisti diversi. Il modo migliore per assorbire un linguaggio è proprio quello di ascoltarlo e cercare di riprodurlo.
  2. Tempo e pratica: non esiste una bacchetta magica che ci fa diventare ottimi improvvisatori da un giorno all’altro. Ci sono metodi che mettono gli aspetti dell’improvvisazione più in chiaro e semplificano il tutto ma ci vuole comunque tempo e dedizione. Quindi abbi pazienza perchè con il tempo, la pratica e la tua passione riuscirai in meno tempo di quello che immagini a creare i tuoi primi assoli.
  3. Trascrizione e lettura: tutti i musicisti jazz leggono nuova musica e trascrivono gli assoli di altri musicisti. Queste sono le pratiche più efficaci per scovare e analizzare i fraseggi degli artisti che ci piacciono. Purtroppo però non basta imparare a memoria un assolo e suonarlo tale e quale, è importante analizzarlo per poter riprodurre frasi simili nei propri assoli per questo ci vuole un po’ di occhio critico ed esperienza anche in questo.

Da qui in avanti ti farò fare determinati esercizi e cercherò di darti le basi migliori possibili per insegnarti a improvvisare.

Ci sono però altri elementi che possono essere utilizzati nell’improvvisazione jazz:

  • Scale di relazione (magggiori, minori e modali);
  • Accordi in tutte le posizioni usati melodicamente;
  • Abbellimenti;
  • “Suonare fuori”;
  • Poliritmi;
  • Scale di espressione;
  • Cromatismi;
  • Ecc.

Come vedi gli ingredienti a disposizione sono innumerevoli. Ogni pianista importante si è specializzato in uno o più elementi creando un mix personale e vario.

Nella prossima lezione faremo il primo passo verso l’improvvisazione cominciando dagli accordi e quindi gli arpeggi.

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