Gli obiettivi della lettura a prima vista

Un pianista non ha bisogno di sfruttare la prima vista come un qualsiasi altro strumentista che lavora in orchestra e può ricevere la parte da suonare nel momento della prova, che spesso è il giorno stesso del concerto.

A noi la prima vista non serve per arrivare il giorno del concerto senza aver studiato e suonare tutto vedendo la partitura per la prima volta. Anche nel caso in cui fossimo pianisti accompagnatori a masterclass, audizioni o concorsi, la prima vista non è un’arma da utilizzare esclusivamente nel momento della prima esecuzione.

L’obiettivo finale è ridurre al minimo i tempi di studio: se dedichi l’80% del tempo in cui studi a riconoscere le note sulla partitura e decifrare la scansione ritmica e il 20% rimanente ti dedichi ai dettagli e all’espressività, stai facendo musica solo il 20% del tempo.

Con un’adeguata preparazione, puoi ribaltare queste cifre e quindi essere meno frustrato durante lo studio e avere più soddisfazione immediata!

Riuscire a suonare perfettamente una determinata parte al primo colpo quindi non è poi così importante, considerando che in ogni caso non suoneresti mai ad un concerto senza aver studiato prima.

Avrai sentito spesso dire che per migliorare la propria prima vista è necessario leggere continuamente pezzi nuovi e andare quindi ad oltranza. Mi sento davvero di smentire questa “verità”: imparando sin da subito a focalizzare l’attenzione sui parametri giusti, puoi diventare un ottimo lettore in non poi così tanto tempo.

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