Cosa sono le estensioni e le alterazioni degli accordi?

Se vuoi che un brano suoni davvero jazz non puoi accontentarti delle sole note che compongono la triade, la quadriade quindi l’aggiunta della settima è il minimo sindacale.

Per aumentare le sonorità però possiamo aggiungere le estensioni, chiamate anche tensioni che modificano ulteriormente il colore dell’accordo.

Sono indispensabili, fanno ormai parte del linguaggio jazz e prendono il nome dall’intervallo che formano con la fondamentale dell’accordo.

Parlo della nona (9), l’undicesima (11) e la tredicesima (13).

Queste non sono altro che la seconda (2), la quarta (4) e la sesta (6) un’ottava sopra la fondamentale dell’accordo.

Queste estensioni però non sono sempre scritte negli spartiti degli standard e anche se c’è molta libertà nell’uso di questi colori è importante capire bene quando e quali possono essere utilizzate quando non esplicitamente scritte nella sigla dell’accordo.

Quando invece troviamo un accordo con un bemolle o un diesis prima delle estensioni parliamo di alterazioni. Sarà facile trovare la nota in questione. Per esempio la nona di Do è Re, la nona bemolle è Reb e la nona diesis Re#. Quindi fai attenzione a non fare l’errore da principianti di suonare una posizione che conosci sperando di imbroccare l’estensione e/o l’alterazione corretta.

Vediamo alcune regole che possiamo considerare:

  1. Se un’estensione dell’accordo è presente nel tema dello standard o del brano pop/rock questa nota può essere aggiunta all’accordo. Se quindi la nona è al canto, possiamo aggiungere la nona.
  2. Se nella sigla c’è scritto solo 13 o 11 è sottointeso che venga suonata anche la 9 per completezza. 
  3. Se una estensione crea una dissonanza sgradevole o troppo forte con una nota presente nel tema è meglio non inserirla nell’accordo o provare a cambiare la disposizione delle voci in modo che la dissonanza disturbi meno.
  4. La scelta delle estensioni da utilizzare dipende dalla natura dell’accordo e dalla sua posizione rispetto alla tonica, è un II? un IV? Un V? La scelta sarà differente.
  5. Usa l’orecchio come ultimo giudice del suono che hai creato. La bellezza del jazz sta proprio nella ricerca sonora anche se ormai alcune sonorità tipiche fanno parte del linguaggio e non possono essere stravolte eccessivamente. Il verdetto finale dipende sempre da te.

Nelle prossima lezioni vedremo per ogni grado della tonalità quali estensioni e alterazioni è meglio utilizzare per rispettare la tonalità del brano.

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