La dominante nell’armonia minore

L'errore comune sulla dominante nell'armonia minore

Nella lezione di oggi voglio finalmente chiarire la funzione della dominante nella tonalità minore.

Mi sono accorto che questo argomento causa spesso un po’ di confusione.

Il ragionamento errato più comune è

“La relativa minore di Do è La minore e il suo quinto grado è l’accordo di Mi- quindi la cadenza V I dovrebbe essere E- A-”

Ecco qui manca la consapevolezza di cos’è un accordo di dominante e cosa crea la sensazione di tensione e risoluzione. Serve che siano soddisfatti alcuni prerequisiti:

  1. La presenza della sensibile che può risolvere sulla tonica
  2. L’intervallo di tritono

Per ottenere questo dobbiamo considerare non la scala minore naturale ma la scala minore armonica che contiene appunto la sensibile e ci permette di creare sul quinto grado un accordo di settima di dominante che naturalmente contiene l’intervallo di tritono tra terza e settima.

La scala corretta per ottenere la dominante nell'armonia minore

Questa è una semplificazione, si usa pensare invece che a una scala discreta a una scala risultato della fusione tra la minore armonica e la scala minore naturale (eolia).

Otteniamo così una scala minore naturale con la sensibile.

Partendo da questo accordo otteniamo un accordo di settima di dominante con, in più, una nota caratteristica del jazz generata dal sesto grado minore della scala minore naturale, la nona diesis (#9).

Se prendiamo questa scala combinata partendo dal quinto grado otteniamo questa serie di note relative all’accordo di dominante:

  • Abbiamo la nona bemolle e diesis che insieme alla tredicesima bemolle creano una fortissima instabilità e desiderio di risoluzione
  • La quinta e la tredicesima bemolle non possono esserci contemporaneamente nello stesso voicing
  • La tredicesima bemolle anticipa la possibile risoluzione su una tonica minore

Solitamente si utilizza la scala alterata sulle dominanti delle tonalità minori perché non contiene la quinta ma la quinta bemolle che crea ancora più spinta verso la tonica.

L’accordo VII°7 come dominante

Dalla stessa scala minore composta possiamo costruire un altro accordo con funzione di dominante, il VII°7 che però non viene spesso utilizzato come alternativa al V7 nelle tonalità minori.

Di solito negli standard lo troviamo come accordo di passaggio verso  una nuova tonalità.

Insomma è importante fissare bene questi concetti e non lasciarsi confondere.

Per creare una cadenza perfetta “V I”, a prescindere dalla tonalità, è importante avere un accordo di settima di dominante che contenga la sensibile e il tritono.

La risoluzione può avvenire su un accordo maggiore o un accordo minore a seconda della tonalità.

Se vedi quindi un accordo di settima che viene seguito da un accordo minore o maggiore una quinta sotto allora è appena avvenuta una cadenza perfetta.

Le differenze si trovano sulle estensioni/alterazioni possibili che possiamo utilizzare nei voicing e le scale per comporre e improvvisare su queste dominanti.

Fissa bene i concetti di cui abbiamo parlato nelle lezioni precedenti perché nelle prossime lezioni cominceremo a parlare di dominanti secondarie, dominanti sostitutive e infine un argomento davvero importante, gli interscambi modali. 

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