Descrizione del preludio

 

Chopin scrisse una raccolta di preludi che venne pubblicata nel 1839, in cui questa forma stilistica appariva diversamente da come era usuale intenderla all’epoca. Nelle suite di danze, infatti, il preludio aveva lo scopo di aprire l’opera, preparare l’ambientazione armonica e introdurre i pezzi seguenti. In questo caso, invece, abbiamo 24 preludi a sé stanti.

Il numero 24 non è casuale: 24 è il numero di tutte le tonalità, maggiori e minori. Infatti, ogni preludio è scritto in una tonalità diversa. Questa scelta richiama fortemente il Clavicembalo ben temperato di J. S. Bach, molto spesso usato come metodo di riferimento nella stesura di raccolte pianistiche.

I preludi dell’op. 28 sono stati pensati per essere suonati in abbinamento ad altri pezzi nella stessa tonalità, ma molto spesso vengono proposti tutti in un unico recital con l’idea chiave che ogni preludio preluda a quello successivo.

In questa lezione analizzeremo il no.4

Il pezzo è in mi minore, ma essendo di stampo romantico, tocca diverse tonalità ed e armonicamente complesso. E’ strutturato in maniera semplice con un canto alla mano destra e un accompagnamento perlopiù accordale alla sinistra. Tecnicamente non è difficile, ma dobbiamo analizzare per bene la prassi esecutiva dell’epoca per eseguirlo correttamente e soprattutto per rendere il suo carattere espressivo.

L’indicazione agogica, ovvero l’indicazione di tempo che troviamo all’inizio del pezzo, è di un largo, ma ci troviamo di fronte ad un tempo tagliato (2/2), ciò significa che si dovrà percepire la sottodivisione delle crome della mano sinistra, ma ci saranno solamente due appoggi importanti in ogni battuta e il tempo sarà lento, ma pensato in avanti.

Si tratta di una pagina struggente in cui l’immobilità della mano sinistra, quasi funebre, nota per nota si disgrega in nuove armonie, mentre la mano destra si muove per semitoni e intervalli piccoli in una lunga discesa ed è tutta ripiegata in se stessa, fino ad arrivare ad un’inaspettata apertura sonora che lentamente torna al carattere iniziale del pezzo.

Come dice il grandissimo Cortot, pianista che ha curato un’edizione dei Preludi, è essenziale la simultaneità d’attacco delle note che compongono gli accordi della mano sinistra, ovvero, tutte le note dell’accordo dovranno suonare perfettamente insieme. E nella sonorità del pianissimo, è la vera difficoltà di questo pezzo.

Ci sono degli esercizi preparatori che puoi fare per curare questo aspetto.

  1. Dobbiamo sezionare l’accordo in due parti: in questo caso, avremo due note tenute che non ribattono e una nota mobile che ribatte per tutte le crome nei quattro quarti. Le combinazioni sono 3 e sono quelle che seguono:

Le note da quattro quarti vanno tenute per l’intera battuta, mentre le crome vanno ribattute.

Mi raccomando, tieni sotto controllo il tuo polso. Per verificare che sia sciolto, muovilo lateralmente. Puoi aiutarti ad ogni ribattuto, dando un impulso di rotazione.

  1. Il secondo esercizio prevede la stessa suddivisione del precedente, ma le note da ribattere saranno due, mentre la terza rimane ferma:

Ascolta sempre che le due note siano esattamente insieme. La difficoltà sta nel calibrare con esattezza la forza e il peso da utilizzare, considerando diversi fattori: innanzi tutto le dita che stiamo utilizzando, perché per natura ogni dito ha peso e forza diversi; in più, dovrai tenere presente in che punto del tasto ti trovi.

Considera che ogni tasto è una leva molto più lunga, di cui il tasto è solo la fine. Premendo la parte più esterna del tasto, ti trovi nel punto più lontano dal fulcro della leva, quindi risulterà più leggero. Al contrario, se premi il tasto nella sua parte più interna, ti troverai più vicino al fulcro e quindi dovrai impiegare più forza per abbassarlo.

Puoi applicare entrambi gli esercizi a tutto il pezzo, facendo sempre attenzione ad avere polso e gomito liberi.

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