Il tempo, in parole molto semplici, è una frazione posta sul pentagramma che indica quanto dura una misura.
Numeratore: indica il numero delle unità principali (pulsazioni) che formano la battuta.
Denominatore: indica il valore di ciascuna di queste unità.
Nel caso del 4/4 in ogni battuta la somma dei valori delle note presenti all’interno di questa non potranno mai superare 4/4
Come puoi vedere nell’esempio seguente ogni battuta ha note di durata differente. Se però sommi i valori il totale sarà sempre quattro quarti (4/4).
Il tempo serve anche a ordinare gli accenti ritmici di un brano. Per accento si intende una vera e propria “enfatizzazione” di una pulsazione o una sua suddivisione. Questi accenti quindi caratterizzano e differenziano tra di loro i vari tempi musicali.
In base al numero, la disposizione e il tipo di questi accenti (forti o deboli) possiamo suddividere in tempi musicali in 2 categorie:
I tempi semplici: come unità di misura hanno una nota da un quarto e sono in primo luogo divisibili per 2.
I tempi composti: come unità di misura hanno una nota da un quarto puntato (vedremo in seguito) e sono in primo luogo divisibili per 3.
In questi due schemi ti mostro i tempi utilizzati per la maggiore in musica.
Analizzeremo nello specifico ogni tempo mano a mano che li troveremo nei brani. Per ora è importante capire i concetti chiave.