Michael Jordan e Francesco Rody, un ragazzino di origini italiane, hanno 10 anni e amano alla follia il Basket.
Entrambi si trovano ogni mercoledì e venerdì al campetto del loro quartiere e hanno il sogno di diventare grandi giocatori dell’NBA.
Decidono così dopo tanto chiacchierare che per diventare famosi giocatori dovranno allenarsi tutti i giorni al campetto e tirare un milione di tiri liberi a testa. Così riusciranno a realizzare il loro sogno!
Dopo 11 anni di fatica e allenamento sia Michael che Francesco hanno fatto il fatidico milione di tiri e sono molto soddisfatti, sanno entrambi che faranno carriera… Ma si sbagliano…
Purtroppo alle selezioni solo Michael Jordan è stato scelto per entrare nella squadra dell’NBA ed è diventato l’atleta che tutti conosciamo, famoso in tutto il mondo.
Francesco purtroppo alla selezione è stato scartato! Mentre Michael centrava 10 tiri su 10, Sinatra arrivava a stento a 7.
Le più grandi squadre di Basket hanno bisogno di cecchini, non c’è spazio per chi sbaglia…
Francesco pensa che la vita sia ingiusta, che Michael Jordan sia stato fortunato a fare 10 su 10 alle selezioni. D’altro canto entrambi si erano allenati allo stesso modo, facendo gli stessi identici esercizi.
Morale: se bastasse svolgere le stesse identiche attività allora tutti i pianisti sarebbero Chopin e tutti i giocatori di pallacanestro Michael Jordan.
“Ok Giuseppe, bella storia… Quindi la quantità e grandezza delle mie natiche determinerà se sarò il prossimo Chopin?”
No! La fortuna non centra… La verità è che Michael e Francesco non si sono allenati allo stesso modo ecco le differenze:
- Francesco tirava a canestro e intanto parlava con i ragazzi al campetto
- Jordan tirava a canestro in silenzio, concentrato al massimo
- Francesco non andava al campetto ogni giorno, ma se saltava un giorno quello dopo recuperava facendo più tiri più in fretta.
- Jordan era metodico, ogni giorno puntuale era al campetto e tirava la giusta quantità di tiri.
- Francesco spesso tirava senza concentrazione, così come gli veniva in quel momento.
- Jordan ad ogni tiro respirava, calibrava il peso della palla, si concentrava sui movimenti, visualizzava attentamente il canestro e solo dopo tirava.
- Francesco credeva nella pratica, nella ripetizione, non ha mai messo in dubbio le sue capacità.
- Jordan invece ad ogni tiro sbagliato si fermava a pensare a cosa aveva sbagliato, cosa gli avesse impedito di fare canestro. Tornava a casa e guardava in tv gli altri giocatori professionisti e osservava con attenzione l’angolo del gomito, la posizione della palla e come la mano la teneva e faceva roteare al lancio.
Questi sono solo alcuni esempi, ma ti lascio immaginare la quantità di dettagli che possono essere trascurati a parità di tiri effettuati.
Lo stesso vale per lo studio della tecnica pianistica, là fuori ci sono tantissimi pianisti che fanno da una vita gli stessi esercizi che fanno altri e restano lì dove sono, incapaci di imparare i loro brani preferiti, essere scelti per suonare in una band, vincere un concorso o eseguire un brano bene dall’inizio alla fine.