Clocks (Coldplay) – Accompagnamento e arrangiamento al pianoforte

Ascolta il brano originale

Benvenuto nel secondo video sugli accompagnamento dei brani più belli e famosi della scena pop, rock e jazz.

Oggi analizziamo e impariamo qualcosa da un pezzo che adoro, “Clocks” dei Colplay con il suo intro di piano famosissimo.

Tecniche-di-accompagnamento-iconiche-clocks-pianoforte

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Anche in questo caso analizziamo l’introduzione di cui puoi vedere la partitura.

Il brano dei Coldplay si basa interamente su questo riff di pianoforte così caratteristico da essere riconoscibile immediatamente. Vediamo subito le sue caratteristiche!

Tecnica #1 - Arpeggi

Non ci vuole un genio del pianoforte per riconoscere che l’intro si basa sugli arpeggi degli accordi del pezzo.

Questi arpeggi però hanno alcune cose interessanti, la prima è che sono tutti arpeggi discendenti collegati con la tecnica del voice leading, si spostano solo le voci non in comune tra i vari accordi.

Questa introduzione però non sarebbe così caratteristica se fosse solo per dei semplici arpeggi discendenti che però sono un elemento costante e scelto deliberatamente.

Tecnica #2 - Clave

clocks pianoforte clave

Come puoi sentire tutti gli ottavi della battuta di quattro quarti sono riempiti da una nota, non ci sono pause e credo che questa scelta sia per rappresentare il ticchettio di un orologio, costante, che non si ferma mai. Ecco che i Coldplay hanno reso giustizia al titolo del loro pezzo rappresentandolo con un elemento ritmico.

Non ci fermiamo qui però, gli ottavi non sono raggruppati per accenti ad ogni battere, quindi ogni due ottavi, o ogni 4 ottavi come si farebbe spontaneamente.

Hanno creato una clave raggruppando gli ottavi con questa formula 3-3-2. In questo modo gli accenti sono sul primo ottavo di ogni gruppo risultando in questo ordine:

  • Primo accento in battere
  • Secondo accento in levare
  • Terzo accento in battere

La clave, è un termine musicale che deriva dalla musica afro-cubana, che indica un pattern ritmico che rappresenta degli accenti precisi diversi da quelli “metrici”. La traduzione è “chiave”, è proprio una chiave di lettura ritmica, una sequenza di accenti che si ripete caratterizzando il pezzo proprio come accade in questo dei Colplay.

Infatti anche l’accompagnamento della batteria segue costantemente questi accenti facendoci perdere il “banale” 4/4.

Tecnica #3 - Ripetizione melodica

Questa clave 3-3-2 non viene mai abbandonata interamente durante il pezzo ma nemmeno ripetuta fino allo sfinimento.

Quando comincia a cantare il piano sparisce mentre la batteria continua il suo ritmo. L’arpeggio viene ripreso nei ritornelli tra una strofa e l’altra.

 

Prima del bridge (a circa 2:25 minuti) però questo arpeggio viene abbandonato per lasciare spazio a un piccolo solo basato sempre sulla stessa clave ma con note differenti che puoi vedere nello spartito:

Si tratta sempre di un motivo discendente formato da tre note delle quali le prime due restano sempre uguali anche se cambiano gli accordi. L’ultima nota, la più bassa, continua a cambiare creando una “sotto-melodia” discendente in levare.

Gli esperimenti dello scienziato del pianoforte

Come vedi ci sono elementi davvero fighi in questo pezzo che possiamo estrapolare e cambiare per riarrangiare altri brani o durante la composizione dei nostri pezzi originali. Ci vuole un po’ di sperimentazione e tentativi per riuscire a togliere dal contesto questi elementi e voglio mostrarti qualche possibilità.


  • Cambia gli arpeggi:
      1. Ascendenti
      2. Misti
      3. Sulle estensioni degli accordi
  • Cambia il voice leading:
      1. Parti da altri voicing
      2. Parti da altri rivolti
      3. Usa posizioni a due mani
  • Cambia la clave:
      1. 2+3+3
      2. 3+2+3
      3. 2+2+2+1
      4. Aggiungi pause
  • Ripetizione melodica alternativa
    1. Cambia la melodia
    2. Crea una ripetizione motivica (cambia ritmo e mantieni le note e viceversa)

 

Nel video ti mostro qualche esempio per fare esperimenti, ricordati che la cosa migliore è sempre provare ad applicare queste tecniche a brani diversi o giri armonici differenti.

Prova a riconoscere elementi come questi in altri pezzi. L’ascolto della musica per un musicista non deve essere sempre e solo passiva, per provare piacere. Il modo migliore per migliorare è ascoltare con orecchio analitico e attento.

 

Se hai bisogno di metterti in pari con gli accordi e l’accompagnamento ti lascio in descrizione i link ai miei due corsi tematici con decine di lezioni per memorizzare gli accordi e tutte le loro posizioni come un computer e padroneggiare le tecniche di accompagnamento ritmico al pianoforte.

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