La forma sonata come la definiamo oggi raggiunge il suo massimo splendore nel periodo classico, con Haydn, Mozart e il primo Beethoven, tanto che diventa proprio il simbolo di espressione musicale del Classicismo.
Questa forma assume quindi una struttura ben precisa e si definisce bitematica e tripartita.
- Bitematica perché saranno presentati due temi principali, uno nella tonalità d’impianto e l’altro alla dominante o alla relativa minore/maggiore
- Tripartita perché sono tre le sezioni in cui il pezzo si divide: esposizione, sviluppo e ripresa.
La sonata di in Do Maggiore di Mozart
Usiamo un pezzo di riferimento per individuare questi elementi: la sonata in Do Maggiore di Mozart K 545 è perfetta per noi perché è proprio un esempio pulito della forma sonata in una tonalità comoda per spiegarla, nonostante, come nella maggior parte dei casi, anche questo pezzo presenti le sue peculiarità e le sue eccezioni alle regole.
Struttura e analisi
Esposizione
In alcune sonate può esserci un’introduzione, ma in questo caso non c’è e si comincia subito con il primo tema, che appare nella tonalità d’impianto, Do Maggiore. E non c’è alcun dubbio a riguardo perché, le prime tre note della melodia sono proprio DO-MI-SOL, note dell’accordo di Do Maggiore.
All’interno di un tema, non c’è una sola idea tematica, ma ci sono sempre almeno un paio di motivi diversi: in questo caso abbiamo la prima sequenza di note che costituisce la prima idea tematica e poi la serie di scalette ascendenti e discendenti che costituisce una seconda idea tematica, anche piuttosto in contrasto con la prima.
Ma capiamo che fanno parte dello stesso tema perché sono nella stessa tonalità.
Il passaggio però non si chiude in Do Maggiore, ma troviamo una modulazione. Con il FA# al basso a battuta 10, è evidente che ci stiamo spostando a SOL Maggiore, il quinto grado, ovvero la dominante della nostra tonalità d’impianto.
Infatti, come ti dicevo prima, il secondo tema è in un’altra tonalità. Nella maggioranza dei casi è la dominante, ma può essere anche la relativa minore. Se la tonalità d’impianto è di partenza minore, allora il secondo tema sarà alla relativa maggiore.
Il secondo tema contrasta quindi per tonalità ma anche per carattere.
Già vedi che nelle prime battute l’accompagnamento è tutt’altro rispetto a ciò che abbiamo visto finora e in più Mozart inserisce una sequenza di arpeggi fra le due mani sul circolo delle quinte come altro elemento caratterizzante di questo secondo tema.
Tutta la prima sezione si chiude con una coda con un bel trillo lungo e nuovo materiale, sempre nella tonalità della dominante, Sol Maggiore.
Ed ecco che la nostra esposizione si è conclusa. Si chiama esposizione appunto perché vengono esposti, presentati i due temi a contrasto, che verranno elaborati e rimescolati nello sviluppo
Sviluppo
Infatti, dalla battuta successiva, Mozart subito riprende uno stilema appena visto nella codetta e lo modifica sensibilmente, proponendolo all’improvviso in Sol minore. Suona come un ottimo collegamento fra la prima e questa nuova parte e ci fa sentire immediatamente dentro ad una nuova atmosfera.
Infatti, con lo sviluppo entriamo nel vivo del racconto: è l’avventura dei due temi dell’esposizione, che sono i nostri protagonisti.
Vediamo che altri elementi utilizza qui: abbiamo le scale del primo tema, però divise fra le due mani, imitando l’alternanza che abbiamo visto negli arpeggi del secondo tema, anche dal punto di vista della sequenza armonica.
Ripresa
Dopo aver toccato diverse tonalità, ritorna il tema iniziale, nella ripresa. Come ti dicevo all’inizio, esiste una struttura ben definita della forma sonata, ma troviamo spesso eccezioni anche molto evidenti, come in questo caso.
Nella ripresa, di regola, ritorna l’atmosfera iniziale con la riproposizione dei due temi, però appaiono modificati dagli avvenimenti dello sviluppo e dovrebbero ritornare entrambi nella tonalità d’impianto del pezzo. Quindi in questo caso dovremmo avere il primo tema in Do Maggiore come all’inizio e anche il secondo nella stessa tonalità invece che alla dominante.
Ma Mozart fa una cosa piuttosto inusuale in questo caso: poco prima della ripresa, modula a Fa Maggiore, quindi il primo tema riappare in questa tonalità, quindi sul quarto grado. Il secondo tema, invece, come da regole, appare in Do Maggiore, così come tutta la coda e il finale sono uguali all’esposizione, però trasposti nella tonalità d’impianto.
La forma sonata si applica principalmente ai primi tempi di sonata, vista come composizione per strumenti solisti o musica da camera, quartetti, sinfonie eccetera, ma spesso si trova anche nei movimenti finali.