La forma musicale “Studio” al pianoforte

Cos'è lo "Studio"?

Chiunque si approcci ad un qualsiasi strumento, dovrà approfondire i vari aspetti tecnici attraverso dei pezzi scritti a scopo didattico, dedicati proprio all’apprendimento della tecnica base.

Ancora prima che si usasse la parola “studio” per identificare un pezzo con queste caratteristiche, i compositori scrivevano già brani con finalità puramente tecniche, chiamandoli in altro modo, per esempio “sonate”, “esercizi”, “capricci” e altri.

Le sonate di Scarlatti

Un esempio sono le sonate di Scarlatti, in cui appaiono difficoltà tecnico-esecutive caratterizzanti: per esempio i grandi salti che Scarlatti ci fa lavorare su quest sonata in DO Maggiore.

Alla luce di queste finalità delle sonate di Scarlatti, non è un caso che una parte di esse siano raccolte in un volume che l’autore stesso ha intitolato Esercizi per gravicembalo, e da questo capiamo che è molto chiaro con quale scopo siano state composte queste sonate. 

Scarlatti – K299

Clicca qui se non riesci a visualizzare la partitura

Gli "Studi" puramente tecnici

Con l’inizio dell’800, parallelamente al continuo perfezionamento degli strumenti, si è sviluppato anche l’interesse per la fisiologia della mano e nel crescente virtuosismo della musica, i compositori hanno sentito la necessità di dedicare parte della loro produzione a finalità tecniche. Vedi per esempio Czerny che ha scritto centinaia di metodi progressivi, oppure Thalberg, con le sue trascrizioni e fantasie che dietro al virtuosismo nascondono anche scopi didattici.

Gli "Studi" da concerti di Liszt

Già con Chopin, ma ancora di più con Liszt, lo studio ormai non è più un esercizio destinato a rimanere nelle sale studio, ma diventa a tutti gli effetti un pezzo da esibire in concerto.
Addirittura, nel caso di Liszt, molti studi nascono con un titolo che ne evoca il carattere, per esempio il dodicesimo degli Studi d’esecuzione trascendentale, intitolato “Chasse-neige”, che sarebbe il fenomeno naturale in cui il vento impetuoso solleva cumuli di neve e in musica viene rappresentato con un riempimento travolgente di tremoli. 

Liszt scrive poi raccolte che egli stesso definisce Studi da concerto, come nel caso dello studio “Waldesrauschen”, che significa “mormorii della foresta” e se ne intuisce bene il perché.

Altri lavori importanti di Liszt in questo ambito sono i tanti studi “Grandes-études” ispirati ai capricci di Paganini per violino, altro autore che utilizza una parola diversa da “studio” per indicare pezzi virtuosistici che affrontano varie problematiche teniche.

Liszt – Studi Trascendentali – Chasse-neige
Clicca qui se non riesci a visualizzare la partitura

Liszt – Waldesrauschen
Clicca qui se non riesci a visualizzare la partitura

Chopin e l’eredità di J. S. Bach

Nelle due opere di Chopin dedicate agli studi, op. 10 e op. 25, vediamo una chiarissima citazione al Clavicembalo ben temperato di Bach, nel numero totale degli studi, 24 come i preludi e fuga di ogni volume, nel proposito di scrivere uno studio in ciascuna tonalità e nell’idea monotematica di ogni studio.

Infatti, come nelle fughe di Bach che presentano e ripropongono un tema, così anche Chopin sceglie un elemento da lavorare in tutto lo studio.
Ognuno di questi studi propone una caratteristica, una difficoltà tecnica, portandola avanti spesso dall’inizio alla fine, rendendo quindi l’esecuzione veramente impegnativa.

Vediamo qualche esempio, lo studio n.1 dall’op.10, chiamato anche “la cascata”, lavora su arpeggi più o meno lati propagati su tutta l’estensione della tastiera.
Nel n. 5 di questo volume, Chopin è riuscito nell’intento di scrivere tutto il tema della mano destra solo sui tasti neri, costringendo quindi la mano in una posizione particolare per tutta l’esecuzione.

Chopin – Etude n. 1
 Clicca qui se non riesci a visualizzare la partitura

Chopin – Etude n. 5
Clicca qui se non riesci a visualizzare la partitura

Lo studio sulle sonorità di Debussy

Un concetto ancora diverso di studio è quello che troviamo negli studi di Debussy, in cui le difficoltà, più che riguardare precisione e velocità (differentemente da ciò che suggeriscono i titoli, “Pour les tierces”, “Pour les octaves”, “Pour les notes répétées”..), riguardano la qualità di tocco, in quanto si tratta proprio di indagini sul colore, sulla sonorità.

Debussy – Pour les notes repétées

Clicca qui se non riesci a visualizzare la partitura

Skrijabin e altri autori

Molti altri autori che non ho citato si sono cimentati nella stesura di studi dall’800 in poi, fra cui Schumann, Mendelssohn, Brahms e moltissimi nel ‘900, come Skrijabin, Rachmaninoff, Bartòk, Ligeti ecc. e tutti rielaborano in maniera molto personale l’idea di “studio”.

Skrjabin – Etudes Op8 Ed Muzyka – n.6

Clicca qui se non riesci a visualizzare la partitura

Il piano classico come non te lo hanno mai insegnato!

Se ami il pianoforte classico e vuoi migliorare progressivamente segui tutti i corsi di Lisa in un’unica soluzione scontata.

Otto corsi per affrontare da zero 21 brani di difficoltà crescente.

Migliora le tue abilità tecniche, approfondisci le tue conoscenze di armonia e adotta un metodo di studio che funziona davvero!

Tecnica Pianistica - Vol. 1 - La meccanica del corpo

Descrizione del corso

Informazioni sull'autore

Scroll to Top