L’Indipendenza Delle Mani Al Pianoforte

Cosa bisogna fare per ottenere l’indipendenza delle mani al pianoforte? Quali esercizi devo svolgere?

Queste sono domande che ho ricevuto e letto tantissime volte. Le risposte sono varie: c’è chi ti dice “Mani indipendenti? Mandale a lavorare!” oppure, “Studia Bach!”, chi ti dice “Fai qualche esercizio” e “Vai a suonare la batteria!”

Le risposte possono essere tantissime e dipende da chi è a risponderti. La cosa che più mi infastidisce è chi scrive articoli, commenti ai post o fa video con l’intento di accontentare il pianista un po’ frustrato che cerca una via d’uscita a un problema che non può essere risolto con una risposta banale.

Se cerchi degli esercizi per migliorare con l’indipendenza delle mani, non preoccuparti in questo video troverai anche quelli, ma prima di “accontentarti” voglio spiegarti cosa significa davvero desiderare l’indipendenza delle mani al pianoforte.

Sei un esperto di pasta col tonno?

È come volere un modo efficace per imparare a dosare tutti gli ingredienti che possano esistere in cucina qualsiasi sia il piatto che devi preparare. Se vuoi posso dirti come diventare veloce a dosare il tonno nella pasta al tonno ma come la mettiamo se un giorno ti ritrovi a preparare il vitello tonnato?

Aver fatto 10 mila paste al tonno non ti sarà praticamente di nessun aiuto nella realizzazione del vitello tonnato… Tranne che nella maestria con cui saprai aprire la scatoletta.

Ci tengo a dirti la verità, nessun esercizio sarà il “passepratout” per avere l’indipendenza di qualsiasi brano, anzi molte volte è una perdita di tempo inutile.

Una storia comune...

Eppure potrei risparmiarmi tutta questa solfa, accontentarti e farti vedere un esercizio sulle scale con un ritmo per la mano dx e un altro per la mano sx da fare per due settimane. Finalmente riesci a svolgerlo… Sei orgoglioso dei risultati ottenuti e senti che sei migliorato e senti di avere un’indipendeza che spacca.

Allora prendi il prossimo pezzo che ti piace, lo leggi, provi a suonarlo e… ti senti come una scimmia al piano!

Ops! Nel pezzo non ci sono le scale che hai studiato, non c’è nemmeno qualcosa che somigli lontanamente al ritmo su cui ti sei esercitato. Magari anche il tempo del pezzo è diverso, la tonalità è diversa… Insomma ora dovresti aver capito che hai studiato la pasta al tonno per preparare il vitello tonnato.

Le prime due verità:

  1. Non otterrai mai l’indipendenza totale delle mani, ogni brano avrà le sue difficoltà.
  2. Gli esercizi non sono la risposta di cui hai bisogno

“Ok Giuseppe me la metto via e lasciamo perdere, grazie lo stesso! Vado a vedermi i video di chi mi da gli esercizi!”

Aspetta, aspetta arriveremo agli esercizi ma prima facciamo un po’ di chiarezza.

Ricordiamo ancora una volta che l’obiettivo di un musicista non è fare esercizi ma eseguire pezzi, che siano totalmente scritti o con parti improvvisate e arrivare all’ascoltatore con la propria musica.

Gli esercizi sono utili per il riscaldamento, per la tecnica, per variare ritmicamente esercizi di routine per l’agilità ecc. ma non bisogna perderci la testa.

Per sapere esattamente cosa fare dobbiamo dividere i pianisti in 3 categorie:

  1. Principianti
  2. Pianisti Classici
  3. Pianisti Moderni/Jazz

Indipendenza delle mani al pianoforte per un principiante

Un principiante, in quanto tale si ritroverà a suonare per la prima volta ritmi e combinazioni che troverà migliaia di volte durante il suo percorso.

Scale, arpeggi, accordi, ottavi, quarti, terzine, quarti puntati ecc. Tutti gli elementi di base sono mescolati insieme per creare le piccole composizioni per formare il neo pianista.

In questo caso alcuni esercizi possono essere molto utili per isolare alcuni elementi per fissarli meglio nella testa e abituare la mano.

Se volessi essere completo dovrei scrivere decine e decine di esercizi ma a questo punto perché perdere tutto questo tempo quando si possono dare all’allievo brani di diversa difficoltà? In questo modo ha almeno la soddisfazione di aver imparato un pezzo dall’inizio alla fine e sentire il risultato del suo impegno.

Ho preparato comunque qualche esercizio standard che ti mostrerò alla fine del video.

Un principiante, in quanto tale si ritroverà a suonare per la prima volta ritmi e combinazioni che troverà migliaia di volte durante il suo percorso.

Scale, arpeggi, accordi, ottavi, quarti, terzine, quarti puntati ecc. Tutti gli elementi di base sono mescolati insieme per creare le piccole composizioni per formare il neo pianista.

 

In questo caso alcuni esercizi possono essere molto utili per isolare alcuni elementi per fissarli meglio nella testa e abituare la mano.

 

Se volessi essere completo dovrei scrivere decine e decine di esercizi ma a questo punto perchè perdere tutto questo tempo quando si possono dare all’allievo brani di diversa difficoltà? In questo modo ha almeno la soddisfazione di aver imparato un pezzo dall’inizio alla fine e sentire il risultato del suo impegno.

Ho preparato comunque qualche esercizio standard che ti mostrerò alla fine del video.

Indipendenza delle mani al pianoforte per i pianisti classici

Ho parlato con Lisa per sentire un suo parere e mi ha confermato che anche lei non condivide l’uso di esercizi specifici. 

Quando si diventa pianisti di livello intermedio, le mani sono già abituate alle parti più comuni.

Il problema sarà suonare parti dove la sincronizzazione tra le mani e le dita sono piuttosto complicate.

 

Ho pubblicato due anni fa un video su come imparare ritmi difficili che voleva essere la soluzione definitiva alla domanda sull’indipendenza delle mani al pianoforte: https://www.youtube.com/watch?v=lLMPZLv6c7k

 

Ti consiglio di guardarlo se ti trovi davanti a una parte in cui non riesci proprio a sincronizzare le mani.

Lisa aggiunge anche che il repertorio perfetto è quello in cui le due mani hanno entrambe ruoli importanti come le invenzioni a due voci e le fughe.

Se sei quindi un pianista classico di livello intermedio o esperto gli esercizi non sono la soluzione migliore.

Indipendenza delle mani al pianoforte per i pianisti jazz o moderni

Nel caso della musica moderna, in particolare il jazz e quei generi dove c’è dell’improvvisazione, gli esercizi possono essere già più utili del solito. Infatti mentirei se ti dicessi che non ho mai fatto esercizi per l’indipendenza delle mani e delle dita.

Ma l’ho sempre fatto con l’intenzione di applicare gli esercizi ai miei assoli o composizioni. Un pianista jazz che vuole utilizzare le terzine durante un assolo con la mano dx mentra la mano sx accompagna con gli accordi in levare, deve essere in grado di farlo senza “errori”.

Quello che viene suonato durante un assolo è per lo più improvvisato, quindi non possiamo prevedere quali ritmi, scale e arpeggi utilizzeremo durante il pezzo. Per questo motivo alcuni esercizi possono accrescere il bagaglio di tecniche che possiamo utilizzare.

Esercizi per padroneggiare certe figure e alcuni poliritmi sono consigliatissimi per aumentare il proprio arsenale.

Esercizi generali per l’indipendenza delle mani al pianoforte

Ho preparato 12 esercizi divisi in 3 livelli di difficoltà da utilizzare come guida. Puoi svolgerli come riscaldamento o puro esercizio tecnico ma senza troppe pretese.

Ricordati che puoi variarli come preferisci per esempio:

  • Cambia la tonalità o la scala su cui sono composti. Puoi esercitarti su scale maggiori, minori, pentatoniche, blues esatonali ecc. Vedrai che ogni scala presenta la sua diteggiatura e quindi una sincronizzazione differente.
  • Cambia la dinamica o usa dinamiche diverse tra le due mani
  • Cambia l’articolazione, suonare staccato o legato cambia molto la sensazione fisica e di conseguenza la sincronizzazione.

Parti naturalmente con una velocità bassa e aumenta progressivamente.

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